La città di Anguillara è situata sui rilievi Sabatini, e si estende su un promontorio posto sul lato sud-orientale del Lago di Bracciano. Nel centro Italia è il terzo per estensione dopo il Lago Trasimeno e il Lago di Bolsena. Tutto questo ne fa un importante centro turistico e balneare.
Allo stesso territorio comunale, appartengono anche le sponde del lago di Martignano, condivise con i comuni di Roma e Campagnano di Roma.
Nell’area del Parco di Bracciano sono state ritrovate testimonianze neolitiche, come testimonia il rinvenimento in località La Marmotta di numerosi reperti e manufatti datati al 5500 a.C. appartenenti ad un villaggio di sponda, il più antico dell’Europa occidentale.
Il territorio di Anguillara Sabazia è disseminato di ruderi di ville sparse, di epoca romana, un turismo che in questa deliziosa località esisteva già. inoltre si possono ammirare resti dell’antica Via Clodia tracciata su un antico percorso etrusco, e l’impianto dell’acqua Claudia. La cittadina sorge su di uno sperone che sembra emergere dal Lago di Bracciano. In età antica si stanziarono qui delle popolazioni dedite alla pesca e gli storici sono concordi sull’arrivo nel periodo Repubblicano dell’antica Roma, primo o secondo secolo a.C.
Una ricca patrizia romana, Rutilia Polla, possedeva una villa sulle sponde proprio sotto la Collegiata e allevava pesce di lago per rifornire il mercato di Roma. La villa a forma di angolo si chiamava “Angularia” e da qui deriverebbe il nome Anguillara. Divenne comune autonomo nel 1790, per distacco da Roma.
Il suffisso Sabazia, derivante dal nome dell’area Vulcanica Sabatina, serve a distinguerlo da un omonimo centro del padovano, Anguillara.
Il paese fu fondato nell’XI secolo il feudo appartenne agli Anguillara, famiglia ormai estinta, e agli Orsini. In un documento conservato presso l’archivio di S. Maria in Trastevere infatti, del 2 luglio 1020, viene confermato il castrum Angularia, riportando anche nomi di alcuni abitanti affittuari della pesca nel lago.
Il territorio, nel 1000 era pressoché disabitato, apparteneva a S. Pietro ed era gestito dalla Camera Apostolica, l’organo amministrativo e finanziario della Chiesa che assegnava le terre alle famiglie che ne potevano rappresentare gli interessi e riscuotevano i tributi.
L’origine della famiglia degli Anguillara, avvenuta intorno al 950 con Raimone. La leggenda dice che intorno al X sec. un drago terrorizzava la popolazione ma Raimone lo sconfisse in riva al lago, nel territorio ove era compresa Anguillara e il papa, grato per questo servigio, gli donò il territorio. Il drago-serpente potrebbe rappresentare una banda di predoni che terrorizzavano gli abitanti locali, fino al giorno in cui non venne sconfitta da forze guerriere. Lo stemma della famiglia degli Anguillara rappresenta due serpenti incrociati.
Il Centro Storico. Edifici e monumenti di carattere civile e religioso sono presenti nel Centro Storico e nelle aree vicine risalgono perlopiù al periodo tardo-medievale e rinascimentale. Gli edifici più antichi sono rappresentati dalle chiese di S. Salvatore e S. Andrea, assorbite dal Centro Storico e adibite a case private. Le uniche due chiese ancora attive nel Centro Storico sono le chiese di S. Biagio, inaugurata nel 1756 e la chiesa di S. Maria Assunta, le cui prime notizie risalgono ai primi decenni del ‘500, come attestano le relazioni delle Visite Pastorali compiute a scadenza periodica dal Vescovo della Diocesi di Sutri e Nepi.
L’edificio venne radicalmente restaurato nel 1700, a causa dello stato di precarietà degli affreschi e delle strutture portanti.
La nuova chiesa manteneva sostanzialmente gli elementi principali di quella del cinquecento, come l’impostazione e l’orientamento, ma ne differiva per la creazione di due navate laterali.
L’altro importante edificio è il Palazzo Orsini, oggi sede comunale, inserito in un complesso fortificato, formato da un torrione di pianta circolare, bastioni angolari collegati da un muro di cinta e da un bastione circolare. La planimetria è piuttosto irregolare, ed all’interno un ciclo importante di affreschi sono situati nella stanza della loggia, in una sala attigua e nella sala maggiore, e risultano datati tra il 1535 e il 1539 e realizzati dalla scuola di Raffaello.
Fuori le mura del paese, oltre alle chiese della Madonna delle Grazie e della Trinità, quest’ultima recentemente restaurata, esiste il complesso di S. Francesco, formato da una chiesa e da un convento francescano abbattuto negli anni ’50, per far posto ad un’ala (poi mai costruita) della vicina scuola.
L’impostazione della chiesa è a navata unica, con un presbiterio a pianta quadrata con volta a crociera, tipicamente francescana. Una serie di affreschi adornano le pareti e il presbiterio, queste ultime realizzate dal pittore Domenico Velandi, seguace di Lorenzo da Viterbo, in cui sono rappresentate le immagini della Madonna al centro tra i SS. Apollonia, Lorenzo, Giovanni Battista, Francesco, Leonardo e Silvestro papa. Nel registro superiore vi è rappresentata la Crocifissione, oggi sparita a causa della sciagurata distruzione dovuta all’apertura della finestra in tempi moderni. La scena era rappresentata tra S. Giovanni, la Vergine e i SS. Bernardino e Antonio da Padova.
Il convento si incentrava su un cortile con al centro un pozzo e un portico ad archi e pilastri in muratura. Le volte del chiostro erano originariamente affrescate con vari episodi della vita di San Francesco, oggi completamente scomparsi.