Percorso storico Morlupo

20170525_1902111-ModificaSulla facciata del palazzo comunale di Morlupo è posto lo stemma ovale, sormontato dalla corona ducale e fasciato dal motto latino “martis rapaces lupi” raffigurante un lupo sabino che sgozza il gallo. Rosa e celeste sono i colori del gonfalone e al suo interno sono racchiuse le origini leggendarie del paese.

Il primo agglomerato è quello della Mazzocca, centro storico del paese. 20170525_184921Morlupo fu certamente uno dei paesi della lega capenate. Cantine, stalle e grotte non erano altro che ipogei etruschi o capenate. Pozzi colombari e cunicoli sono sparsi nel territorio .

Plinio, Silio e Strabone scrivono degli Irpi sorani, giovani sabini che durante una primavera sacra si erano stabiliti sul monte Soratte. In dialetto erano chiamati hirpi, e compivano riti per la dea Feronia.

La leggenda racconta che una coppia di lupi famelici, durante una ricorrenza Apollinea festeggiata sul monte Soratte, attratta dall’odore delle vittime, si avvicino’ al falò addentando le viscere degli animali esposti al sacrificio. Mentre i lupi fuggivano gli Irpi li seguirono ed entrarono nella cavità dove si erano riparati e che emanava un fetore insopportabile. Entrati nella grotta i loro corpi furono contagiati dal morbo e ricoperti da lacerazioni e pustole. La Sibilla Tiburtina a cui fu chiesto l’oracolo della guarigione, emise il responso “more lupi”, cioè comportarsi come i lupi, passando per il fuoco per esserne temprati. Essi seguendo gli ordini della sibilla divennero i protagonisni delle cerimonie capenate, imparando a camminare e danzare sui carboni ardenti senza restarne feriti…alcuni coloni tra gli Irpi si trasferirono a Morlupo dove fondarono il primo nucleo storico.

Oltre la leggenda, dopo l’epilogo della lega capenate, Morlupo fu conquistata da Roma e ne seguì la storia e le sorti con l’annessione alla tribù Stellatina. Ville schiavistiche erano sorte sul territorio. Queste rifornivano Roma di derrate alimentari attraverso il lavoro degli schiavi. Come nel caso della Gens Popillio, che possedeva a Morlupo terreni e schiavi che aveva provveduto ad affrancare durante il rito in onore della Dea Feronia, come risulta dalle iscrizioni rinvenute. Altre iscrizioni testimoniano la presenza di veterani romani sul territorio ai quali Cesare aveva ceduto parte dell’ager Veientano. Testimonianza cristiana sono le catacombe dei SS. Martiri e le Grotticelle di Monte Colomba. Nuclei rurali e coloni di piccole fattorie agricole, già di fede cristiana, sorgevano nel territorio di Monte la Guardia, di Fontana Vecchia e nei voc. Sterpareti e Fornelli

Il primo documento circa il nucleo storico risale all’873 quando il duca Giovanni di 20170525_185142-11Leone fondò la chiesa di San Giovanni Battista, nell’area dove profughi e coloni scampati alle distruzioni e saccheggi di Monte la Guardia e delle fattorie della zona operati dai Saraceni e dagli Ungari, fondarono il primo nucleo di Morlupo. Dopo aver ceduto le loro terre alla Chiesa in cambio di protezione e assistenza, si rifugiarono in un “vicus” abbandonato e quasi inaccessibile.

Papa Giovanni VIII assegno’ il vicus e le terre ad vicesimum della Flaminia al conte Giovanni di Leone, dux, che costrui’ la chiesa di S. Giovanni Battista e vi fu sepolto il 16 luglio 898. In seguito fu concesso ai monaci benedettini di S.Paolo fuori le mura di Roma, che lo tennero fino al pontificato di Nicolo’ III. Nel 1014 l’imperatore Enrico II occupo’ Morlupo, Castelnuovo, Fiano e Riano per poi restituirli all’Abbazia di S. Paolo. Papa Gregorio VII confermo’ nel 1074 e nel 1081 al monastero di S. Paolo il “castrum Moorilupo cum suis pertinentis”; la stessa cosa fecero i papi Innocenzo III, con bolla del 1203, Onorio III, nel 1218, e Gregorio IX, nel 1236, definendolo “castrum quod vocatur Morlupum”. Sotto il pontificato di Nicolò III (1280-1285) il castello di Morlupo fu ceduto dai benedettini al Conte Gentile di Bertoldo Orsini. A meta’ del ‘300 Morlupo e Monte La Guardia contavano circa 650 individui. Dopo averlo occupato, papa Martino V fece distruggere il castello nel 1425. Riabilitata la popolazione, il castello di Morlupo, “inhabitatum”, passò nel 1426 ai Colonna per 10 mila fiorini d’oro. Nel 1432 Gentile Orsini, fratello di Nicola, recupero’ Morlupo e Monte La Guardia. L’anno seguente pero’ i Colonna fecero saccheggiare e bruciare da Nicolò Fortebraccio il “bastione di Monte La Guardia”, che fu prima ricostruito da Virginio Orsini per poi essere di nuovo danneggiato dai Colonna nel 1485. Il Conte di Pitigliano Nicolo’ III Orsini, nel 1468 promulgò un nuovo Statuto di Morlupo e perorò nel 1494 la fondazione del convento francescano di S. Maria Seconda, che incorporo’ l’antico romitorio dei Clareni. Il feudo di Morlupo resto’ agli Orsini di Pitigliano fino al 1613, quando Antimorsini, barone romano dei conti di Pitigliano, si vide costretto a vendere Morlupo, con atto del 2 aprile 1613, per 96 mila scudi al card. Scipione Borghese, che lo cedette successivamente al cugino Marcantonio Borghese, principe di Sulmona, per primogenitura. Sotto la signoria Borghese si ebbero benefici e privilegi. Il dominio borghese si protrasse fino agli inizi del XX secolo.