L’mmagine è estratta dal libro “il vulcano di Sacrofano” di Donatella de Rita, edito con il patrocinio dei Probi Viri dell’Agraria di Sacrofano.
Le eruzioni del vulcano di Sacrofano sono avvenute nell’area che comprende l’odierno lago di Bracciano e i Monti Sabatini. Iniziarono intorno a 600.000 anni fa e si protrassero con probabili lunghe pause, fino a circa 40.000 anni fa.
Del Vulcano di Sacrofano e della sua primissima attività sappiamo poco perché i prodotti relativamente recenti hanno sepolto completamente le prime emissioni.
Possiamo immaginare che furono emesse lave, poiché queste si trovano nei prodotti dell’attività successiva. Il primo prodotto che conosciamo in affioramento è un deposito che viene chiamato “tufo giallo di via Tiberina”: Grandi cave hanno fornito tufelli e blocchetti per la costruzione edilizia. Molti edifici romani sono stati costruiti con questo materiale. L’eruzione della colata piroplastica del “tufo giallo” colmò la valle dell’Antico Tevere costringendolo a cambiare il corso. Il Tevere prima di questa eruzione scorreva molto più ad occidente, ad ovest del Soratte, quasi a ridosso del paese di Sacrofano, ma i detriti riempendo il letto fluviale ne riuscirono a spostare il percorso.
Dopo l’eruzione del tufo giallo il vulcano ebbe un lungo periodo di attività stromboliana durante la quale il suo edificio conico raggiunse un altezza di m.500 -600. La fase durò circa 150.000 anni ma il vulcano non fu sempre attivo. Anche se non è possibile sapere quando tempo durarono le pause e le varie fasi eruttive, i prodotti geologi ci raccontano di eruzioni da cui originarono anche i “tufi varicolori di Sacrofano e di La Storta”.
Durante questa fase iniziarono anche altre attività vulcaniche nel distretto sabatino.
Si formarono inoltre, lungo i fianchi, i coni di scorie ancora oggi riconoscibili (Monte Musino, Molte Solforoso, Monte Ficoreto, Monte Cardeto, Monte Gatto, Monte Boschetto, Monte Aguzzo.)
Dopo l’eruzione del “tufo giallo della via Tiberina”, il vulcano di Sacrofano ebbe una nuova eruzione che depositò grandi spessori di materiali. La fine di questa lunga fase eruttiva si verificò intorno ai 336.000 anni fa. La cima dell’edificio del vulcano non esisteva più, distrutta dalle violente esplosioni e sprofondata per lo svuotamento della camera magmatica. Si era così formata la caldera di Sacrofano.
Photo: Luigi Plos – http://www.luigiplos.it – Luoghi segreti a due passi da Roma
Veduta della caldera con lo sfondo del Lago di Martignano.
Il crollo dell’edificio determinò la fine dell’attività del vulcano di Sacrofano.
Gli ultimi segni della sua esausta energia sono infatti poche colate di lava e piccole esplosioni stromboliane. Un esempio di questa fase conclusiva è ben visibile a Monte Maggiore.
I prodotti vulcanici più antichi dell’area, sono colate di lava, datate intorno a 600.000 anni fa, che si trovano sotto i prodotti di eruzioni esplosive avvenute da un vulcano, detto di Morlupo-Castelnuovo di Porto, che doveva trovarsi nell’area, a Est dell’attuale lago di Bracciano. A ridosso alcuni vulcani isolati, come Monte Razzano e Monte S. Angelo iniziarono le eruzioni del centro di Baccano, i cui prodotti si riversarono prevalentemente verso la depressione di Sacrofano. Agli antichi romani erano note le proprietà di questa palude solforosa, che arrivavano dalle viscere della terra e attraverso le quali i romani curavano le loro ferite, e ancora oggi la Caldara mostra la sua attività con piccoli geyser e polle di acqua che ribollono.
Quando il vulcano terminò per sempre la sua attività, il paesaggio lentamente si trasformò, creando un ambiente unico e perfetto per gli stanziamenti umani. Le ceneri, fuoriuscite delle terribili esplosioni avevano colmato le valli e formato pianure fertili ricche di minerali, ideali per l’insediamento dei primi abitanti di Sacrofano e per la coltivazione necessaria al sostentamento umano. Inoltre abbondava la pietra per le costruzioni.
I corsi d’acqua avevano eroso il tufo creando ampi pianori con pareti scoscese delineando così ottime aree naturalmente difese e adatte agli insediamenti. Era terminata la furia geologica e stava iniziando la storia umana di Sacrofano…
Il libro è stato patrocinato ed edito dall’Università dei Probi Viri dell’Agraria di Sacrofano. …..il parco nemmeno c’era allora
"Mi piace"Piace a 1 persona
Gentile signor Tacchi crede che potremmo mantenere la foto citando le fonti esatte ?Perché queste erano le notizie trovate in rete… altrimenti si può togliere tranquillamente non va a inficiare sul blog che peraltro è gratuito e senza onere di alcun tipo se non quello di far conoscere meglio i nostri territori.
"Mi piace""Mi piace"
Cambiata come da suo suggerimento la didascalia della foto… non esiti a comunicarci qualsiasi inesattezza dovesse riscontrare! Siamo felici di avere così attenti lettori. Buona giornata
"Mi piace""Mi piace"